lunedì, dicembre 11, 2006

Condizionamento incondizionato

Molte volte ci capita di dire "io voglio", senza renderci realmente conto che le possibilità di rifiuto sono inesistenti e quindi ci adattiamo alla sigla "io voglio".
Come a dire che stamattina mi sono alzato quando si è alzato il sole ed ho esclamato: "io voglio che il sole sorga!"
Oppure quando dopo una lunga lotta ci ritroviamo a terra e diciamo: "io giaccio a terra, ma sono io che voglio questo". Così di nanzi alla morte esclamiamo di volerla, non abbiamo scelta e non facciamo altro che adagiarci su queste scelte, essenzialmente non siamo lottatori, abbiamo perso interiormente credendo di aver vinto la nostra guerra personale.
Qualcuno ha esclamato di essere libero perchè sa cosa vuole!! In realtà non si rende conto che sono le cose che gli girano vorticosamente intorno che fanno di lui quello che è.
Beati i pensatori che si cibano solo di pensieri e non hanno bisogno di nient'altro.
Le persone che credono di aver acquistato la libertà non hanno fatto nient'altro che adagiarsi sui vincoli creandosi dei nuovi vincoli personali, l'unica scelta che abbiamo è quella delle nostre catene.
Alcune persone hanno bisogno di indossare le catene più pesanti per sentirsi completamente liberi, altri hanno bisogno di quelle più leggere, altri ancora hanno bisogno di rubare le catene degli altri... voi quale catene indossate?

4 commenti:

Marco ha detto...

Io credo si possa essere liberi, proprio perché vi sono delle catene, proprio perché si è in catene.

GreenRabbit ha detto...

In realtà la parola "libertà" non ha molto significato, al massimo possiamo dire che noi viviamo solo se abbiamo delle "catene" e illogico pensare ad un uomo senza vincoli, ad esempio potremmo dare la colpa alla società per i nostri vincoli, ma è assurdo pensare che un uomo da solo su in isola è libero, in realtà egli stesso è vincolato dalla fauna, da solo dovrà riparsi, mangiare & bere. Quindi per essere realmente liberi bisognerebbe essere solo degli spiriti senza materia, il che mi porta a pensare che sia giusto parlare di libertà come sinonimo di vita.

P.s. ciao Marco sono contento che qualcuno ogni tanto legga le mie folli idee... appena posso passerò dal tuo blog :)

Anonimo ha detto...

Sergio...io avrei deciso col nuovo anno di avere meno catene...di vivere con meno stress e meno ragionamenti...con meno drasticita' e trovare il tempo per cio' che mi piace...e' difficile...significherebbe essere anche un po' egoisti...ma e' un sano egoismo...IO VOGLIO...io voglio trovare me stessa...
beh non e' poco no?
Baciotto sulla fronte e passa delle BELLE FESTEEE NATALIZIE!

Anonimo ha detto...

Quello che ha scritto katya è il mio pensiero degli ultimi giorni: vivere con meno stress e meno raginamenti, cioè essere magari anche un po' egoisti, ma un sano egoismo che fa un pochino di bene a noi stessi.
Queste catene...accidenti se ci sono...e accidenti se pesano...e accidenti se è difficile togliersele...ogni volta che ho provato a toglierene una se ne sono create poi almeno due...o erano bastoni in testa boh...
Le mie catene "buone" sono sicuramente dovute all'amore e all'amicizia...quelle "cattive"...al non dover essere cattiva neanche quando gli altri lo sono con me...al dover sopportare (senza fanculizzare) persone sul lavoro che non fanno altro che lamentarsi...invece di rendersi conto che fanno parte delle persone fortunate visto che hanno un lavoro sicuro (sto alla Corte dei conti) e tanta gente invece è disperata proprio perchè non ha un lavoro neanche se si mette in ginocchio...e a dover sopportare le fregature di "amici" che tali non sono...e che quando scopri che tali non sono non puoi spezzargli le gambe perchè sei buona...non so, mi vengono in mente varie catene che condizionano il mio modo di essere dalle quali probabilmente non riuscirò mai a liberarmi...ma porca trota proprio stamattina che sono a lavoro dovevo leggere questa cosa delle catene...ma io sono contenta del mio lavoro eh...
Ivana