venerdì, gennaio 19, 2007

malsana solitudine

Solitudine, dolce creatura che si specchia nel animo del viandante perso nei vicoli del suo cuore, mentre goccia dopo goccia la pioggia lava via le ferite malsane e gli occhi si perdono nella visione tragica delle cose.
Fatti su fatti ci percorrono taglienti mentre il silenzio domina un ordine interiore e la paura della vita acclama silenzi già ascoltati.
Siamo fatti di cera, siamo la creta che viene modellata, siamo esseri persi nel vuoto dei pensieri.
Siamo gli Dei di noi stessi, reclamando una vita vissuta, cerchiamo nell'illogicità delle cose.
Riflesso dopo riflesso, sangue dopo sangue, ascoltiamo l'ultimo paragrafo di una logica turbinante essenza.
Aspettatemi nel buio della vostra stanza, ascoltate la mia voce sommessa, raffinate il vostro olfatto al mio intenso sesso che reclama un esplosione interna, impercettibile nelle parole, disordinato nel animo, il mio riflesso si è impresso nell'occhio delle ragazze che ho amato modellandomi con la forma dei loro desideri, lasciando un dolce sapore aspro di qualcosa che non si potrà più avere.
Io sono, io ero!

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