giovedì, ottobre 18, 2007

Alla scapigliatura

Ricordi abusati
tartassano i poveri malati di cuore,
mentre la notte si sovrappone,
con indicibile violenza al giorno.

Lacrime di bambini,
lacrime di fate,
il concetto di vita è abusato,
il mio amore si va affinando.

Fatti e sfatti,
ci divoriamo tra di noi,
carnivori esseri immondi,
pazzi di una vecchia era.

Sul bancone freddo,
carne fresca viene sbattuta
dal macellaio che affila i suoi coltelli
in attesa di altro sangue.

Poeti al massacro,
figli ammalati,
con parole mute
alziamo i nostri cuori al cielo.

Rivoluzionari dell'estasi,
percepiamo un salario
di carne e sangue,
ricercando la paura.

La gente corre per le strade,
le luci si spengono,
i demoni, senza occhi ne bocca,
giocano in un girotondo.

Riciclandomi imparerò ad amare,
riciclandomi imparerò a vivere,
riciclandomi imparerò a gareggiare,
riciclandomi dimenticherò di sognare.

Con gli occhi persi nel vuoto,
con le mani in cerca dell'infinito,
con le labbra verrò ad assaporare
quel che è di innocente in ognuno di noi.

Pazzo uomo poeta,
semplice animo di bambino,
scultore di singole parole,
mendico qualcosa di puro.

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